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Editoriali

Bolivia: riflessioni post elettorali da una militante di Territorios en Resistencia

Voglio condividere il mio punto di vista sulle ultime elezioni e le sfide che ne derivano. Prima di tutto voglio chiarire che non sono una “analista” ma sono una donna della base e di comunità, per questo non sono riuscita a trovare il tempo fino ad ora di sedermi e mettermi a scrivere, tra il lavoro, i figli e la casa.

Primo: Il margine di voti con cui ha vinto il MAS è sorprendente. Si sapeva che poteva vincere o andare al secondo turno, ma il margine di voti è considerevole, ciò significa che c’è un ampio settore della popolazione che ha votato per questa opzione, e penso per diversi motivi:

– La gestione disastrosa del governo di transizione, un periodo caratterizzato da corruzione, razzismo e inefficienza.

– La crisi economica che stiamo attraversando, unita alla paura della violenza, quest’ultima mi sembra importante perché ci ha dato una lezione, ovvero, non sono i politici a metterci il corpo, ma siamo noi a mettercelo.

– L’esacerbazione di un razzismo insensato. Qui voglio sottolineare che, indipendentemente dei tradimenti iniziali nel momento dell’Assemblea Costituente e di tutta la violenza scatenata contro le comunità indigene durante il governo di Morales, ricordo chiaramente come ci ha riempito gli occhi di lacrime quando siamo scesi in piazza con i fratelli e le sorelle per la promulgazione dalla nuova costituzione, sapevamo, con l’antica saggezza degli anni di lotta, che mettendo da parte come è finito governo di Morales, le cose ormai non sarebbero più state le stesse. Questo processo simbolicamente ci restituisce un posto a cui non rinunceremo più.

Quindi sì, – secondo la mia lettura – è un voto contro quel razzismo, quel fascismo che governava le strade, i social network e le dichiarazioni pubbliche dei politici di turno. Penso alle parole di Zabaleta Mercado sull’eterogeneità, su quel senso di appartenenza che ci permea da differenti fronti e forme. Ricordo che durante la guerra del gas molte organizzazioni municipali si sono mobilitate per la morte dei loro fratelli contadini e indigeni. Lì non c’era colore politico ma un profondo senso di fratellanza e appartenenza.

Secondo: Non credo sia un voto per Evo, In tal senso con Arce c’è un’interessante alleanza che rappresenta la classe media, colta e “bianca”; e Choquehuanca, quella indigena – disprezzata da Evo – che in un certo modo rappresenta la parte ideologica e quasi la riserva morale del MAS… Che cosa significa per i nuovi giovani leader del MAS, la maggioranza di formazione accademica, con un settore critico verso Evo, è qualcosa che si vedrà in seguito, oltre all’emergente borghesia contadina.

Terzo: Non sono felice che il MAS abbia vinto, né sarei stata felice se avesse vinto Mesa, perché la verità è che queste elezioni mostrano una volta di più il vero significato degli stati e del potere. Si tratta di un’elezione con molti assenti: le donne sono assenti, e dopo tutta la violenza scatenata contro di noi (più di 90 femminicidi, innumerevoli stupri e gravidanze adolescenziali solo in questi mesi), la terra è assente, tutto lo spettacolo elettorale si è svolto su migliaia di ettari di foresta bruciata, c’è stata una trattativa con l’oligarchia delle popolazioni dell’oriente boliviano, che viene dai tempi del MAS. sul consolidamento dell’espansione della frontiera estrattiva in Amazzonia avviata dal MAS… cioè nulla è cambiato. E penso che sia molto perverso dover scegliere tra il male minore perché non abbiamo altra scelta…

Quarto: Penso che questo processo ci ponga delle sfide. Tra queste la riorganizzazione dei movimenti sociali, e mi chiedo se sarà possibile. Credo che l’apparato di potere corporativo si riattiverà immediatamente, almeno dal settore sindacale. Dovremo vedere come stanno le organizzazioni indigene, cosa dicono i Kara Karas e altri fratelli e sorelle, perché ogni successo è il risultato di molte lotte, non sono concessioni dei governi.

Quinto: Mi preoccupa anche questa tendenza al caudillismo – che credo persista – e che ci fa dimenticare proprio quel lungo ricordo di lotte e morti. Vedo come la gente del MAS chiede giustizia e assicura che ci sarà giustizia per i morti di Sacaba e Senkata, per il massacro degli ultimi mesi… ma quanto velocemente dimentica la strage nello stesso periodo dei minatori, come hanno già dimenticato Chaparina e Takovo Mora, come dimenticano anche i morti recenti nel settore cooperativo. Inoltre, il processo di “La Calancha” nel Sucre per i fatti di violenza e razzismo durante il processo costituente è già stato prescritto, senza colpevoli né responsabili e tanto meno risarcimento, perché nonostante sia una pietra miliare importante nella retorica del MAS, nella pratica a loro non importa. Questa visione distorta della storia è funzionale al potere ed è quella che ci sottrae le lunghe lotte per i nostri diritti.

Lo stesso accade per le lotte delle donne, ignorate per salvaguardare l’immagine di un caudillo di sinistra, tutte le denunce contro Morales per pedofilia ed altro escono solamente per scopo elettorale, lo sanno tutti, ma a loro non importa, perché alla fine tutto finisce per essere colpa delle donne, tutto finisce per essere parte della sua figura di caudillo, è solo un’arma in più nella guerra sporca dei partiti, e vale solo il potere patriarcale.

Quelle 4 ore di silenzio prima di annunciare i risultati preliminari, sono 4 ore di trattative e accomodamenti politici, sicuramente e simbolicamente cadranno delle teste, “restituiranno favori” e immagino che così come abbiamo vissuto questi mesi di persecuzione degli appartenenti al MAS, stiamo per vivere un’altra fase di eliminazione di teste e un ricollocamento dei soliti politici. Intanto Arce garantisce un bonus di 1.000Bs (circa 140 dollari) con un prestito tirato fuori dalla manica…

Nonostante tutto, mi resta la saggezza di una popolazione che ha detto Non al fascismo, al razzismo… mi resta la gioria di un gruppo di donne migranti felici per la vittoria del MAS nonostante il MAS non abbia cambiato le loro condizioni di povertà, precarietà e abbandono, nonostante loro servano per le foto dei giornali di sinistra e in questo momento rappresentano il popolo… mi resta la sua allegria perché almeno questa sì è legittima e reale.

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